La fuga di Xhevdet Plaku: il detenuto albanese in fuga dal carcere di Barcaglione ad Ancona
Le autorità italiane sono attualmente impegnate in un’operazione massiccia per rintracciare Xhevdet Plaku, un detenuto di 44 anni, di nazionalità albanese, evaso dal carcere di Barcaglione ad Ancona. Plaku, noto alle forze dell’ordine per precedenti gravi, tra cui omicidio e traffico di droga, si trovava in carcere da circa un anno e mezzo per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I dettagli della fuga dal carcere di Barcaglione
La fuga di Xhevdet Plaku è avvenuta nella mattinata del 23 gennaio, presumibilmente intorno alle 8:30. Tuttavia, l’assenza del detenuto è stata rilevata soltanto tre ore dopo, alle 11:30, durante un controllo di routine. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo era impegnato in mansioni di pulizia presso la caserma degli agenti e negli uffici della direzione del carcere. Grazie a questo incarico, gli era permesso di muoversi liberamente all’esterno della struttura senza essere accompagnato da una scorta.
La mattina della fuga, Plaku avrebbe approfittato del momento in cui era uscito per gettare i rifiuti per darsi alla macchia. Si ipotizza che abbia attraversato i campi circostanti per sfuggire alla sorveglianza e far perdere le sue tracce.
La sua pena era ormai vicina alla scadenza, e proprio per questo motivo, il direttore del carcere, circa tre mesi fa, aveva deciso di concedergli il beneficio del lavoro esterno senza supervisione. Questa misura, spesso adottata per agevolare il reinserimento sociale dei detenuti, si è rivelata però fatale nel caso di Plaku, che ha sfruttato l’opportunità per pianificare la fuga.
Le ricerche in corso
Sin dal momento della scoperta della fuga, le ricerche sono proseguite senza sosta. L’operazione coinvolge diverse forze dell’ordine, tra cui la polizia di Stato, i carabinieri e la polizia penitenziaria, con il supporto della squadra mobile e della polizia ferroviaria. La loro attività si concentra non solo nella zona circostante il carcere, ma anche nelle principali vie di comunicazione, come stazioni ferroviarie, autostrade e porti, nella speranza di intercettare il fuggitivo prima che riesca ad allontanarsi definitivamente dal territorio italiano.
Il passato criminale di Xhevdet Plaku
La figura di Xhevdet Plaku è ben nota non solo in Italia, ma anche in Albania e nei Paesi Bassi, dove ha lasciato una lunga scia di crimini. Nel giugno del 2000, Plaku si rese responsabile dell’omicidio di un connazionale a Borghetto Santo Spirito, sparandogli due colpi di pistola al volto. Nonostante la gravità del reato, fu scarcerato nel 2014 per “mancanza di atti” e riuscì a sfuggire alla giustizia, facendo perdere le sue tracce per anni.
Successivamente, Plaku riapparve nei Paesi Bassi, dove venne arrestato ed estradato in Italia. Nel frattempo, le autorità albanesi lo avevano già condannato a 22 anni di reclusione per un altro omicidio, commesso nel 2003 a Durazzo. Anche in quel caso, la vittima era un connazionale.
In Italia, Plaku era considerato il leader di un’organizzazione criminale composta da cittadini albanesi, specializzata nel traffico di cocaina proveniente dai Paesi Bassi e dal Belgio. Questo gli era valso una condanna per traffico di droga e il conseguente trasferimento nel carcere di Barcaglione ad Ancona.
Le preoccupazioni delle autorità
La fuga di Xhevdet Plaku rappresenta un grave problema di sicurezza pubblica, data la sua pericolosità e i suoi precedenti criminali. Le autorità temono che possa tentare di lasciare il Paese per rifugiarsi in Albania o in un altro Stato europeo, sfruttando eventuali contatti criminali. La collaborazione tra le forze di polizia italiane e le autorità internazionali sarà quindi cruciale per assicurare nuovamente Plaku alla giustizia.
L’evasione ha inoltre sollevato interrogativi sulla gestione dei detenuti con precedenti gravi e sulla concessione di benefici come il lavoro esterno senza supervisione. È probabile che, una volta conclusa l’operazione di ricerca, vengano avviate indagini interne per individuare eventuali responsabilità o negligenze da parte del personale carcerario.
Un caso che scuote l’opinione pubblica
La vicenda di Xhevdet Plaku ha destato grande attenzione mediatica e preoccupazione nell’opinione pubblica. Molti si interrogano sulla possibilità che un individuo con un passato tanto violento abbia potuto beneficiare di misure di semi-libertà, nonostante la sua evidente pericolosità. Allo stesso tempo, la fuga ha riacceso il dibattito sulle condizioni di sicurezza nelle carceri italiane e sulla necessità di una riforma del sistema penitenziario.
Conclusione
Mentre le ricerche continuano, la priorità resta quella di catturare Plaku il prima possibile, per garantire la sicurezza della popolazione e ripristinare la fiducia nelle istituzioni. Nel frattempo, questo caso potrebbe spingere il governo a rivedere le politiche relative alla gestione dei detenuti, con l’obiettivo di prevenire future evasioni.