Le navi della Global Sumud Flotilla e lo scontro politico in Italia
La Global Sumud Flotilla, una missione civile e pacifica organizzata da attivisti internazionali per rompere l’assedio alla Striscia di Gaza, continua a catalizzare l’attenzione mediatica e politica, non solo in Medio Oriente ma anche in Italia. Le imbarcazioni, ormai a poche decine di miglia dalla costa palestinese, trasportano aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza, sottoposta a una crisi umanitaria che si aggrava di giorno in giorno. Tuttavia, il viaggio è segnato da tensioni crescenti, tra il rischio di un’intercettazione in acque internazionali da parte delle autorità israeliane e le reazioni politiche accese nel nostro Paese.
Tra i passeggeri delle navi figura anche il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto, che ha denunciato la possibilità di arresti e sequestri in mare aperto, pur ribadendo che la missione rispetta le regole internazionali e si ispira alla resistenza passiva. La delegazione italiana, guidata da Maria Elena Delia, ha sottolineato come l’obiettivo principale sia attirare l’attenzione sulla drammatica condizione della popolazione di Gaza, senza mettere in pericolo la vita delle persone a bordo. Le autorità israeliane, insieme ad alcuni governi europei, hanno invitato la Flotilla a scaricare gli aiuti in porti alternativi come Cipro o Ashkelon, ma gli organizzatori hanno ribadito che l’intento politico della missione è proprio quello di contestare il blocco marittimo imposto a Gaza.

Lo scontro politico italiano: Landini contro Salvini
In Italia, la vicenda ha innescato uno scontro politico immediato. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha definito “un attentato alla sicurezza” qualsiasi eventuale arresto o aggressione contro le navi in acque internazionali. Secondo il leader sindacale, il diritto internazionale e la nostra stessa Costituzione riconoscono la legittimità di azioni di protesta e solidarietà come quella della Flotilla. Landini ha quindi minacciato la proclamazione di uno sciopero generale, da coordinare con altre organizzazioni sindacali, per dare una risposta immediata e concreta a eventuali violazioni.
Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha reagito con durezza durante una conferenza a Paola, in Calabria. Davanti ai suoi sostenitori, ha definito l’iniziativa “una provocazione irresponsabile”, accusando la sinistra e i sindacati di voler strumentalizzare la situazione di Gaza per fini politici interni. “Speriamo non mettano a rischio la pace con questa battaglia sulla pelle dei bambini di Gaza, non rompano le palle”, ha dichiarato senza mezzi termini. Anche sui social Salvini ha ribadito la propria contrarietà, avvertendo che eventuali blocchi sindacali rappresenterebbero un danno per milioni di cittadini italiani.
L’attacco di Israele e la mobilitazione sindacale
Il clima è precipitato ulteriormente quando la Global Sumud Flotilla è stata intercettata in mare aperto dalle forze israeliane. Secondo i sindacati italiani, si è trattato di un atto di pirateria e di una violazione grave delle Convenzioni internazionali e della Carta delle Nazioni Unite. L’Unione Sindacale di Base (USB) ha parlato di un’aggressione che colpisce non solo i cittadini a bordo, provenienti da diversi Paesi, ma anche il principio stesso di solidarietà e giustizia internazionale. Per l’USB, il gesto di Israele viola l’articolo 11 della Costituzione italiana, che ripudia la guerra e fonda la Repubblica sulla cooperazione tra i popoli.
“È un’aggressione che riguarda tutti noi – si legge in una nota dell’organizzazione – perché quando uno Stato colpisce una missione civile umanitaria riconosciuta a livello internazionale, viene meno la stessa sovranità morale dell’Italia e dell’Europa”. L’USB ha quindi proclamato uno sciopero generale immediato, fissando al 3 ottobre una giornata di mobilitazione in tutto il Paese, nei porti, nelle fabbriche e nelle piazze.
La CGIL ha espresso una posizione simile, denunciando l’attacco come estremamente grave e come un affronto diretto ai principi costituzionali. Secondo il sindacato, l’azione israeliana rappresenta un ostacolo all’opera di solidarietà verso i palestinesi e una minaccia diretta alla sicurezza dei lavoratori e volontari italiani imbarcati. Anche la Cgil, come l’USB, ha proclamato lo sciopero generale per venerdì 3 ottobre, coinvolgendo tutti i settori pubblici e privati. Verranno comunque garantiti i servizi essenziali, come previsto dalle normative vigenti.
La risposta del governo e lo spettro della precettazione
La proclamazione dello sciopero generale ha aperto un nuovo fronte politico. Matteo Salvini, in qualità di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha fatto sapere che sta valutando la possibilità di ricorrere alla precettazione, lo strumento previsto dalla legge per impedire che uno sciopero possa arrecare danni sproporzionati ai cittadini. La Commissione di Garanzia sugli scioperi ha inoltre ricordato che le motivazioni addotte dai sindacati non rientrano tra i casi che permettono la mancata comunicazione del preavviso, sottolineando quindi la natura controversa della mobilitazione.
Lo scontro tra governo e sindacati, dunque, si intreccia direttamente con la vicenda internazionale della Global Sumud Flotilla, facendo emergere un intreccio complesso tra politica estera, diritti costituzionali e conflitto sociale interno. La crisi di Gaza diventa così, ancora una volta, terreno di battaglia anche per l’Italia, dove la solidarietà internazionale si misura con le dinamiche del confronto politico e sindacale.