“Caso Garlasco: indagato l’ex procuratore Venditti per corruzione, nuove perquisizioni e indagini sui familiari di Sempio”

Nuova svolta nel caso di Garlasco: indagato l’ex procuratore Venditti e perquisizioni nelle case dei familiari di Sempio

Una clamorosa novità scuote nuovamente il caso di Garlasco, a distanza di oltre diciassette anni dal delitto di Chiara Poggi. L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è finito sotto indagine con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, mentre carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito all’alba una serie di perquisizioni nelle abitazioni di Andrea Sempio e dei suoi familiari. A riportare l’indiscrezione è stato il Tg1, che ha rilanciato la notizia destinata a riaccendere il dibattito su una delle vicende giudiziarie più discusse della cronaca italiana recente.

L’udienza a Pavia e la richiesta di proroga delle analisi

La giornata di venerdì 26 settembre si è aperta con un’udienza davanti al gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. Al centro della seduta vi era la richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dai periti nominati dal tribunale. La biologa forense Denise Albani e l’esperto di impronte latenti Domenico Marchigiani hanno chiesto più tempo per completare le analisi delle tracce raccolte all’interno della villetta di via Pascoli, luogo del delitto.

Gli accertamenti riguardano diversi reperti: sacchetti di cibo, rifiuti domestici e soprattutto i campioni ungueali prelevati dalla vittima. La proroga si rende necessaria per chiarire eventuali contaminazioni e, soprattutto, per stabilire a chi appartenga il profilo di Dna maschile rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Resta inoltre aperto il nodo dell’impronta numero 33, ritrovata sulle scale della villetta: secondo la Procura sarebbe riconducibile a un nuovo sospettato, mentre la difesa di Sempio e i consulenti della famiglia Poggi contestano questa attribuzione, ritenendola priva di fondamento.

Perquisizioni all’alba: i nomi coinvolti

Parallelamente all’udienza, la giornata è stata segnata da un’operazione ad ampio raggio condotta dalle forze dell’ordine. I carabinieri e la Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni dell’ex procuratore Venditti, dei genitori e degli zii di Andrea Sempio, nonché quelle di due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Pavia, oggi in congedo. L’obiettivo delle perquisizioni è ricostruire i flussi finanziari che ruotarono attorno all’inchiesta e verificare la correttezza degli atti investigativi condotti negli anni successivi al delitto del 2007.

Gli inquirenti intendono fare luce su alcune presunte irregolarità emerse nelle prime fasi delle indagini: documenti mancanti, intercettazioni parziali e soprattutto un’archiviazione considerata troppo rapida. Questi elementi, secondo la nuova ipotesi accusatoria, potrebbero essere stati il risultato di pressioni indebite o addirittura di corruzione.

Il documento ritrovato e l’accusa di corruzione

L’iscrizione nel registro degli indagati di Mario Venditti è collegata a un ritrovamento avvenuto il 14 maggio scorso. Nella casa dei genitori di Andrea Sempio a Garlasco è stato rinvenuto un foglio manoscritto, datato febbraio 2016, con la dicitura: “Venditti / gip archivia x 20-30 euro”. Secondo gli inquirenti, la nota, attribuita a Giuseppe Sempio, potrebbe alludere a un presunto pagamento in contanti finalizzato a ottenere l’archiviazione dell’inchiesta aperta nei confronti di Andrea Sempio nel 2017.

I magistrati di Brescia, Claudia Moregola e Francesco Prete, hanno preso in mano il fascicolo, ritenendo che il documento rappresenti un indizio significativo di possibili condotte illecite. Da qui l’apertura di un nuovo filone d’indagine, che ha portato a estendere le verifiche anche al patrimonio della famiglia Sempio.

Le indagini economiche e i flussi di denaro

Gli accertamenti patrimoniali della Guardia di Finanza hanno già permesso di ricostruire movimenti di denaro per oltre 40 mila euro, trasferiti tra i familiari di Sempio e soggetti a loro vicini. Una parte consistente di queste somme non ha ancora una giustificazione chiara, e proprio questo rafforza l’ipotesi che possano essere servite a influenzare l’iter processuale. Restano inoltre da chiarire alcuni rapporti tra esponenti della famiglia Sempio e figure delle istituzioni locali, che potrebbero aver avuto un ruolo nel condizionare la conduzione delle indagini.

Una vicenda ancora piena di ombre

A distanza di più di diciassette anni dal delitto, il caso di Garlasco continua a sollevare domande e sospetti. La morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007, ha già visto un lungo percorso giudiziario, con l’arresto e la successiva condanna di Alberto Stasi, fidanzato della giovane vittima. Tuttavia, il riaffiorare di nuove piste investigative e la comparsa di documenti inediti dimostrano che la vicenda non è mai stata del tutto chiarita.

L’indagine odierna mira a fare luce sulle zone d’ombra rimaste irrisolte: dalle possibili contaminazioni dei reperti biologici alle presunte irregolarità procedurali, fino al sospetto di corruzione all’interno della stessa macchina giudiziaria. Se le accuse venissero confermate, ci si troverebbe di fronte a uno scandalo capace di minare la credibilità delle istituzioni e di riaprire ferite mai del tutto rimarginate nella comunità di Garlasco.

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