Sciopero pro-Palestina in Italia: scontri a Milano, agenti feriti e duro scontro politico

Sciopero pro-Palestina: disordini a Milano, scontri con la polizia e reazioni politiche

La giornata di lunedì 22 settembre 2025 resterà impressa come una delle mobilitazioni sociali più imponenti e controverse degli ultimi anni in Italia. Lo sciopero generale proclamato dai sindacati di base in solidarietà con la popolazione di Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla ha coinvolto trasporti, scuola, sanità, porti e servizi pubblici, paralizzando oltre 75 città tra cui Roma, Milano, Bologna, Napoli e Genova. L’iniziativa, pensata come un forte gesto politico e sociale, ha però assunto tratti di alta tensione, culminando in scontri e disordini soprattutto a Milano.

Alla Stazione Centrale del capoluogo lombardo, infatti, la situazione è degenerata quando alcuni gruppi di manifestanti hanno cercato di forzare i blocchi predisposti dalle forze dell’ordine. Ne sono seguiti momenti di grande caos, con lanci di oggetti, cariche di alleggerimento e diversi agenti rimasti feriti. Decine di poliziotti hanno riportato contusioni, mentre la stazione ha subito danni significativi, alimentando polemiche e preoccupazioni per la sicurezza pubblica.

Il governo, per voce della premier Giorgia Meloni, ha condannato con fermezza quanto accaduto. La presidente del Consiglio ha parlato di “episodi inaccettabili”, denunciando la violenza di frange che, a suo dire, nulla hanno a che fare con la solidarietà verso la Palestina:
“Indegne le immagini che arrivano da Milano: sedicenti ‘pro-pal’, ‘antifa’ e ‘pacifisti’ che devastano la stazione e attaccano le Forze dell’Ordine. Questi atti non cambieranno la vita a Gaza, ma avranno conseguenze concrete sui cittadini italiani, costretti a subire e pagare i danni di questi teppisti”.

Severo anche il giudizio di diversi esponenti della maggioranza, che hanno sottolineato la necessità di distinguere tra legittima protesta e violenza organizzata, invitando l’opposizione a prendere posizione chiara contro le degenerazioni viste a Milano.

Le reazioni dei leader dell’opposizione

Lo sciopero e i conseguenti disordini hanno acceso immediatamente il dibattito politico. Elly Schlein, Giuseppe Conte e Matteo Renzi hanno commentato a caldo, offrendo prospettive differenti e mettendo in luce divisioni profonde all’interno dell’arena politica italiana.

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha ribadito la condanna degli episodi violenti ma ha voluto evidenziare le ragioni profonde della mobilitazione:
“Oggi migliaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere lo stop al genocidio. Condanniamo fermamente la violenza e siamo solidali con gli agenti feriti, ma il governo non può ignorare il grido che arriva dal Paese. È un appello diffuso e trasversale per fermare il massacro in corso”.

Diversa, ma comunque netta, la posizione della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Pur condannando senza esitazioni la devastazione della Stazione Centrale e il ferimento dei poliziotti, ha voluto sottolineare come la violenza di poche centinaia di persone non possa oscurare la voce di decine di migliaia di manifestanti pacifici:
“Non abbiamo mai giustificato né giustificheremo alcuna forma di violenza politica. Ma non possiamo permettere che la narrazione si concentri solo sugli scontri, cancellando la portata di un movimento che in tutta Italia ha manifestato in modo pacifico per Gaza. E aggiungo che aspettiamo ancora che Giorgia Meloni condanni i crimini commessi da Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania, invece di limitarsi a seguire la linea gradita a Trump e allo stesso Netanyahu”.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha invece puntato il dito contro chi ha trasformato la manifestazione in atti di vandalismo e paura:
“Chi ha assaltato la stazione e seminato panico non è un manifestante, ma un teppista. Ha tradito la causa civile di tanti che sono scesi in piazza con passione autentica. E quella minoranza della sinistra che giustifica simili atteggiamenti finisce per fare un enorme favore al governo. Ai bambini di Gaza non si porta aiuto distruggendo una stazione o bloccando i pendolari milanesi, ma con proposte politiche serie, come quelle avanzate dalla Lega Araba o da Blair. La mia solidarietà va alle forze dell’ordine e ai cittadini che hanno subito le violenze”.

Un Paese diviso tra solidarietà e sicurezza

Gli episodi di Milano e le posizioni politiche emerse riflettono una frattura evidente: da un lato chi sottolinea il diritto di manifestare e l’urgenza di fermare le sofferenze a Gaza, dall’altro chi teme che la solidarietà venga strumentalizzata e degeneri in caos urbano.

Il movimento pro-Palestina in Italia continua a crescere, raccogliendo adesioni trasversali e coinvolgendo ampie fasce della società civile, ma i disordini rischiano di minarne la credibilità. Le prossime settimane diranno se la protesta saprà mantenere un carattere pacifico o se episodi come quello di Milano si ripeteranno, alimentando ulteriori tensioni politiche e sociali.

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