La Polonia invoca l’articolo 4 della NATO dopo i sorvoli dei droni russi: cresce la tensione con Mosca
La situazione nell’Europa orientale si è improvvisamente fatta incandescente a seguito delle ultime incursioni aeree di droni russi nello spazio polacco. Varsavia, ritenendo compromessa la propria sicurezza nazionale, ha deciso di invocare l’articolo 4 del Trattato Atlantico, una mossa che, pur non comportando un intervento militare automatico, segnala la gravità della crisi e prepara il terreno a possibili misure coordinate da parte dell’Alleanza.
I droni russi e l’allarme in Polonia
La notte tra martedì e mercoledì si è trasformata in un banco di prova per le autorità polacche. L’aeroporto Chopin di Varsavia è stato temporaneamente chiuso e l’intero sistema di difesa aerea è stato portato al massimo livello di allerta. Le segnalazioni parlavano di droni russi penetrati più volte nello spazio aereo nazionale, in concomitanza con una nuova ondata di attacchi contro l’Ucraina.
Secondo quanto dichiarato dal primo ministro Donald Tusk davanti alla Sejm, la Camera bassa del parlamento, la prima violazione si è verificata alle 23:30 di martedì e l’ultima intorno alle 6:30 di mercoledì. Nel complesso, sono state registrate 19 incursioni, anche se lo stesso premier ha avvertito che i dati potrebbero non essere ancora definitivi.
Il ministero dell’Interno ha confermato che le forze di polizia, la guardia di frontiera e i vigili del fuoco sono stati posti in stato di allerta massima, operando a stretto contatto con l’esercito per garantire la sicurezza delle aree interessate. Uno degli episodi più preoccupanti si è verificato nella regione di Lublino, dove un drone ha colpito una casa, danneggiando tetto e parcheggio, ma senza provocare vittime. Il sindaco ha parlato di una situazione “difficile e preoccupante”, evidenziando il forte senso di paura tra i cittadini.
La risposta russa e le accuse reciproche
Come prevedibile, la replica di Mosca non si è fatta attendere. L’incaricato d’affari russo in Polonia, Andrei Ordash, ha respinto con fermezza le accuse, definendole “infondate” e sottolineando come non siano state presentate prove concrete sull’origine russa dei droni. Dichiarazioni che si inseriscono nella consueta linea difensiva del Cremlino, volto a negare qualsiasi responsabilità diretta, pur in presenza di indizi e testimonianze raccolti dalle autorità polacche.
Tale scambio di accuse contribuisce a irrigidire ulteriormente i rapporti tra Varsavia e Mosca, già ai minimi storici dall’inizio della guerra in Ucraina.
L’articolo 4 della NATO: significato e implicazioni
La decisione polacca di invocare l’articolo 4 della NATO rappresenta un passo importante sul piano diplomatico. Questo articolo prevede che, in caso di minaccia all’integrità territoriale, all’indipendenza politica o alla sicurezza di uno degli Stati membri, l’Alleanza si riunisca per consultazioni. Non implica necessariamente l’avvio di operazioni militari, ma permette di discutere e pianificare eventuali contromisure comuni.
Il premier Donald Tusk, insieme al presidente Karol Nawrocki, ha sottolineato la necessità di coordinare le risposte con gli alleati, mantenendo alto il livello di vigilanza. In un contesto segnato dalle crescenti tensioni tra Russia e Europa orientale, questa mossa è interpretata come un chiaro segnale di allerta e di unità, volto a scoraggiare ulteriori provocazioni.
“Le parole non bastano: si tratta di una guerra indetta contro l’intero mondo”, ha dichiarato Tusk, auspicando che la comunità internazionale risponda in modo deciso a quella che la Polonia considera una minaccia non solo nazionale, ma globale.
Gli scenari possibili
L’attivazione dell’articolo 4 non comporta automaticamente azioni militari, ma potrebbe aprire la strada a diverse misure. Tra queste, il rafforzamento della presenza NATO in Polonia e nei Paesi baltici, l’aumento della sorveglianza aerea e il dispiegamento di ulteriori sistemi di difesa antimissile.
In parallelo, non si esclude un inasprimento delle sanzioni economiche contro la Russia, qualora venissero confermate ulteriori responsabilità nelle violazioni dello spazio aereo polacco. Tuttavia, molti osservatori sottolineano come la NATO cerchi di bilanciare la fermezza con la prudenza, evitando di trasformare l’incidente in un pretesto per un’escalation incontrollata.
Una sfida alla stabilità europea
Il caso dei droni in Polonia si inserisce in un quadro più ampio di instabilità regionale. La guerra in Ucraina continua a produrre effetti collaterali che travalicano i confini, coinvolgendo progressivamente i Paesi confinanti. Varsavia, già in prima linea nell’accoglienza dei profughi ucraini e nel sostegno militare a Kyiv, vede ora minacciata direttamente la propria sicurezza nazionale.
Per la NATO, si tratta di un test cruciale sulla capacità di risposta e di coesione tra gli alleati. Ogni decisione assunta nelle prossime settimane potrebbe avere conseguenze significative sul futuro equilibrio geopolitico europeo.