Sinner vs Musetti: il derby azzurro che riscrive la storia del tennis italiano agli US Open

Sinner e Musetti, un dominio che riscrive la storia del tennis italiano

Il tennis italiano sta vivendo un momento irripetibile, destinato a entrare negli annali non solo dello sport nazionale, ma anche di quello internazionale. Per arrivare al derby azzurro più prestigioso di sempre in uno Slam, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti hanno impiegato complessivamente meno di tre ore sul campo negli ottavi di finale. Due ore e 58 minuti: questo è bastato per conquistare entrambi i loro quarti di finale, un dato che da solo racconta la superiorità assoluta dei nostri due campioni.

Il numero 1 del mondo, Sinner, ha concesso appena tre game al kazako Alexander Bublik. Un avversario tutt’altro che banale, giunto a questo punto del torneo con legittime ambizioni, ma spazzato via con una naturalezza disarmante. Musetti, dal canto suo, ha lasciato soltanto quattro giochi allo spagnolo Jaume Munar, imponendo la sua eleganza fatta di colpi raffinati e traiettorie perfette che non hanno dato scampo al rivale. Entrambi hanno mostrato un livello che non è solo tecnico, ma anche mentale: solidità, lucidità e carattere da campioni.

“Adesso sembra quasi scontato che uno di noi arrivi in semifinale – ha dichiarato Jannik con la solita umiltà – ma dobbiamo ricordarci che non lo è affatto. In un Major, raggiungere questo traguardo rimane sempre qualcosa di straordinario.” Parole sagge, che riflettono il carattere di un ragazzo consapevole del proprio talento, ma ancorato alla realtà e al rispetto per ogni sfida.

Il valore storico di questo confronto è evidente. Mai prima d’ora due italiani si erano affrontati ai quarti di finale di uno Slam. Mai avevamo avuto due giovani tennisti capaci di abbinare talento purissimo a un fisico costruito per resistere, a un’intelligenza tattica fuori dal comune e a un’umiltà che li rende modelli perfetti per le nuove generazioni. È un’Italia del tennis che non si limita più a sorprendere, ma che si propone come potenza consolidata sul palcoscenico mondiale.

Per Sinner questo quarto di finale arriva dopo una parentesi leggermente meno brillante contro Denis Shapovalov. Una partita in cui aveva lasciato qualche dubbio, subito cancellato nella sfida successiva, quando ha ritrovato quella dimensione extraterrestre che ormai gli viene riconosciuta da tutti. Persino Bublik, sconfitto in maniera netta, ha scherzato a fine partita: “Sembra un tennista creato dall’intelligenza artificiale.” Una battuta che però rivela quanto il livello di Jannik sembri a tratti irraggiungibile.

Musetti, dal canto suo, ha offerto uno spettacolo di precisione tecnica e leggerezza, dipingendo colpi che hanno fatto impazzire di entusiasmo il pubblico. La sua crescita è evidente: da promessa del nostro tennis, è diventato una certezza, pronto a giocarsela contro chiunque senza timori reverenziali.

I precedenti tra i due raccontano di un equilibrio solo apparente. Sinner ha vinto entrambi gli incontri ufficiali, ad Anversa nel 2021 e a Monte-Carlo nel 2023. In quell’occasione, pochi giorni dopo, fu costretto a ritirarsi a Barcellona prima ancora di scendere in campo. Ma chi segue il tennis ricorda bene un’altra sfida, quella che segnò l’inizio di tutto: Roma, 2019, pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia. Sul campo Pietrangeli, Musetti arrivò a un passo dal successo, conquistando match-point, ma fu Sinner a chiudere dopo due ore e 40 minuti. Erano due ragazzi, poco più che sconosciuti, a caccia di un posto al sole. Oggi sono il numero 1 e il numero 10 del ranking mondiale, con Musetti già certo di salire almeno al numero 9 dopo New York. Un salto impressionante in appena cinque anni.

Questo quarto di finale, per il modo in cui è stato raggiunto e per lo scenario in cui si gioca, è la prova tangibile della nuova dimensione che l’Italia ha conquistato nel tennis mondiale. Non siamo più outsider capaci di qualche exploit isolato: siamo protagonisti. E lo siamo grazie a due ragazzi diversi nello stile ma complementari nello spirito, capaci di incarnare alla perfezione l’orgoglio di un movimento che non smette di crescere.

Mentre il mondo attende di vedere chi tra i due riuscirà ad andare più avanti, una cosa è già certa: questo derby azzurro rappresenta una pietra miliare. È la dimostrazione che la scuola italiana non solo produce talenti, ma li porta a competere stabilmente ai massimi livelli. Sinner e Musetti non sono più solo due promesse: sono due certezze, due colonne su cui costruire il futuro di un Paese intero.

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